lunedì 3 maggio 2010

Dizionario per un lavoro da matti


E' uscito il "Dizionario per un lavoro da matti"
Ancora Del Mediterraneo, 2010 / pp.192
A cura di Luca Rastello, con Michele D’Ignazio, Ilaria Mele, Serena Patrignanelli, Mirtha Sozzi, Roberto Zambon

In queste pagine incontrerete fantasmi, clown, dandy, macchine fantascientifiche, bambini-medusa, mostri mutanti, maghi e altre assurdità che danno vita a una storia tanto grottesca quanto vera. A raccontarla, sotto la guida di Luca Rastello, sono cinque ragazzi venuti a Torino per motivi di studio e che, per mantenersi, hanno passato mesi pulendo mercati, sponde fluviali e scuole, lavorando a stretto contatto con i “matti” della Nuova Cooperativa – fondata trent’anni fa dai degenti dell’ospedale di Collegno – raccogliendone le storie e le voci per dar vita a un romanzo polifonico fatto di smorfie e sghignazzi, sudore e sangue ma soprattutto di dignità e rispetto nei confronti di chi è sempre stato considerato diverso.

Si può acquistare qui:
http://www.bol.it/libri/Dizionario-per-lavoro-da-matti/Luca-Rastello/ea978888325269/

Qui trovate alcuni estratti dal “Dizionario”:
http://www.unita.it/news/98178/un_lavoro_da_matti_storie_da_una_cooperative

e una recensione:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/salonelibro/201005articoli/55024girata.asp

sabato 1 maggio 2010

La nostra terra. Praticamente.

La nostra terra. Praticamente. from Michele D'ignazio on Vimeo.



La nostra terra. Praticamente è su Vimeo:
http://vimeo.com/6220251
Un viaggio al sud della Calabria, seguendo il mare, le sue suggestioni, le sue storie. Attraversando i paesi di Bagnara e Scilla, lo stretto di Messina, la città di Reggio e infine il borgo diroccato di Pentedattilo, si ascoltano le voci di chi è nato e vive in quei posti, di chi è partito ed è ritornato; cercando di raccontare quello che è la nostra terra, praticamente.
“Praticamente”, perché è un intercalare linguistico che i calabresi ed i siciliani utilizzano spesso, ma anche perché dalle immagini e dalle storie raccolte emerge un sentimento di quotidianità e di praticità. Per dirlo con le parole di Roberto Rossellini: “E’ un tentativo che consiste nello scrivere la storia in forma estremamente semplice, non in quanto storia, ma in quanto partecipazione umana al quotidiano.”